Martedì 21 marzo 2023, ore 17.00
Biblioteca Statale “Stelio Crise”, L.go Papa Giovanni XXIII n. 6
Conferenza della dott.ssa Antonella Peresan, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale
A cura del prof. Andrea Sgarro
Abstract
Sebbene gli tsunami di origine sismica nel Mare Adriatico siano poco frequenti e di piccole dimensioni, se paragonati a quelli degli oceani Pacifico e Indiano o del Mar Mediterraneo, il loro impatto lungo la costa potrebbe essere comunque significativo. Anche uno tsunami moderato, infatti, può avere un impatto rilevante in alcune aree, a causa della presenza, lungo costa, di siti ad elevato interesse storico/culturale/turistico (ad esempio la città di Venezia) e di ecosistemi fragili, come aree di laguna e zone deltizie. La definizione di mappe di pericolosità associate ai possibili terremoti tsunamigenici nell'area Adriatica è di fondamentale importanza per ridurre il loro possibile impatto sulle comunità costiere, così come per definire piani di sviluppo sostenibile, sia per le aree lungo la costa che per quelle interne.
Negli ultimi due decenni è stata sviluppata una procedura operativa per la definizione di scenari di lungo periodo sui pericoli correlati a sismicità e tsunami, che integra le informazioni previsionali rigorosamente formalizzate e validate (ad esempio, l'algoritmo CN), con la modellazione realistica della propagazione delle onde sismiche effettuata mediante l'approccio neo-deterministico (NDSHA). In Italia, per tutti gli eventi che hanno causato vittime dall’inizio del millennio, la mappa di scenario NDSHA, pubblicata nel 2000, fornisce valori che includono tutti quelli osservati. La metodologia proposta consente di definire, sia a scala regionale che locale, un insieme di scenari di moto del suolo per l'intervallo di tempo in cui è possibile che si verifichi un forte evento all'interno delle aree allertate. Quando si tratta di forti terremoti con epicentro in mare o in prossimità della costa, questo approccio integrato può essere naturalmente esteso alla definizione di scenari probabilistici di pericolosità basati sulla modellazione fisica della propagazione delle onde di tsunami.
Verranno illustrati i risultati recentemente ottenuti dalla modellazione di un'ampia serie di scenari di tsunami, considerando possibili sorgenti associate ad eventi storici, così come a potenziali terremoti forti non ancora osservati. La modellazione degli tsunami (effettuata mediante il codice NamiDance, sviluppato presso la Middle East Technical University, Ankara, Turchia), che permette di tenere conto delle proprietà della sorgente sismica, della batimetria variabile e degli effetti non lineari nella propagazione delle onde marine, ha consentito di sviluppare un insieme di scenari di pericolosità per siti costieri selezionati dell'Alto Adriatico. A tal fine sono state considerate diverse potenziali sorgenti tsunamigeniche di origine tettonica, definite in base alla letteratura disponibile, che include cataloghi di tsunami storici e database esistenti di faglie sismogeniche (ad esempio, la banca dati delle faglie attive DISS).
Particolare enfasi verrà posta sui recenti terremoti avvenuti nella regione adriatica, tra i quali il terremoto di Durazzo del 2019 (Albania) ed il terremoto di Pesaro del 2022, che esemplificano l'applicazione delle metodologie applicate e dimostrano l'opportunità di sviluppare scenari di rischio tsunami, integrando le informazioni di previsione con la modellazione della propagazione delle onde di tsunami, anche al fine di limitare i falsi allarmi propri dell’attuale modello di allerta precoce degli tsunami a seguito di un terremoto.
Antonella Peresan - La dott.ssa Antonella Peresan è sismologa e lavora presso l’OGS dal 2015. Laureata in Fisica nel 1996, ha conseguito il dottorato di ricerca in Geofisica della Litosfera e Geodinamica nel 2001 presso l'Università degli Studi di Trieste. Ha svolto attività didattica avanzata (master e dottorato di ricerca) ed attività di ricerca presso il Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam (ICTP, Trieste), e presso le Università di Trieste e di Roma Tre. Nel 2022 è stata insignita dall'Accademia Nazionale dei Lincei del Premio Internazionale "Prof. Luigi Tartufari" per l'Astronomia, la Geodesia e la Geofisica.
Da oltre vent'anni conduce ricerche sismologiche a livello internazionale, principalmente finalizzate alla caratterizzazione statistica e fisica delle proprietà spazio-temporali della sismicità, tra le quali: analisi di sequenze sismiche; valutazione della pericolosità sismica e di rischio tsunami; integrazione delle informazioni sulla sismicità con altre osservabili (ad es. osservazioni satellitari). Recentemente si occupa dello studio di tsunami e del loro potenziale impatto nell'area Adriatica. Ha collaborato allo sviluppo di metodologie innovative per l'analisi della sismicità ed alla loro applicazione in Italia ed in diverse aree del mondo, dall'India al Nord Africa, dai Balcani alla Cina, dalla Russia all'Iran. Nel Settembre 2021 l'Indian Society of Earthquake Science (ISES) le ha conferito il titolo di Membro Onorario per la sua eccellente attività di ricerca in ambito geofisico e sismologico.
Particolare attenzione ha rivolto alle attività di trasferimento tecnologico a livello internazionale (e.g. docente dell'ESP Diploma Course presso l'ICTP, Trieste; organizzazione scuole avanzate in India ed Egitto) ed alla implementazione dei risultati della ricerca per la mitigazione efficace dei rischi naturali (terremoti e tsunami, ma anche frane e vulcani). Ha coordinato le attività di capacity building nell'ambito di un progetto finanziato dalla World Bank, finalizzato alla valutazione multirischio in Asia Centrale.
Entrata libera fino ad esaurimento dei posti disponibili in sala