Giovedì 22 novembre 2018 - ore 16.30
Sala conferenze “Giorgio Costantinides” del Civico Museo Sartorio, L.go Papa Giovanni XXIII n.1
Il film sarà introdotto dallo storico Lorenzo Ielen
A cura del dott. Francesco Cenetiempo
Regia: Luigi Zampa
Soggetto e sceneggiatura: Piero Tellini, Stefano Terra
Interpreti: Gina Lollobrigida, Raf Vallone, Cesco Baseggio, Erno Crisa, Enzo Staiola, Callisto Cosulich, Tullio Kezich.
Film ambientato in un piccolo paese del Carso goriziano diviso in due dalla “linea bianca”, la linea di frontiera fra Italia e Jugoslavia tracciata dalla Commissione Internazionale dei Territori creata in base al Trattato di Pace e agli accordi del 9 agosto 1947. Entro mezzanotte gli abitanti devono scegliere se essere italiani o jugoslavi. Un contadino ha la casa da una parte ma il campo dall’altra e i bambini, non rassegnandosi a quella forzata separazione, fanno sparire uno dei paletti di demarcazione. Da qui nascono una serie di tensioni tra le due parti che culminano in una sparatoria. In questa sparatoria uno dei bambini viene gravemente ferito. Nella generale commozione, le divisioni e le contrapposizioni sembrano per un momento essere superate e le guardie di frontiera lasciano passare il camion che porterà il bambino all’ospedale di Gorizia; ma la voce fuori campo spiega che egli morirà e che la linea bianca andrà oltre quel paese “… per nazioni intere su fino al nord, fino a dividere un continente dall’altro”. Il confine politico-militare è l’argomento centrale del film, in particolare la costruzione di questo confine, fatta con paletti, linee di demarcazione, filo spinato, cavalli di frisia, sbarre, guardie armate che dividono ciò che prima era unito. La vicenda di un piccolo paese, un microcosmo in cui la volontà di dividere che viene imposta dall’alto fa esplodere contrasti, disperazioni, risentimenti, minacce, diffidenze, incertezze, emozioni, passioni, crisi di identità e di appartenenza, diventa quindi metafora di una tragedia molto più vasta.
PROGETTO STARDEC
Con il contributo di: Comune di Trieste e La Cineteca del Friuli