Giovedì 18 ottobre 2018 - ore 18.00
Centro Pastorale Paolo VI, Via Tigor 24/1
Incontro con e a cura del dott. Sergio Bonifacio
La maggior parte dei paesi europei è convinta che lo sviluppo del continente e del benessere collettivo non possa prescindere da una maggiore integrazione nell’ambito dell’Unione Europea.
Ma tale processo continua ad essere contrassegnato da numerosi ostacoli, frapposti da shock esterni (crisi del 2007/2014, esplosione dei flussi immigratori) e da conflitti di “visione” sulle modalità
di conduzione della governance europea e sulle priorità degli obiettivi da perseguire.
Si sono così verificate insidiose fratture tra i partner del Nord e quelli del Sud e l’autoisolamento di quelli dell’Est (Lega di Visegrad).
Una delle cause di fondo, che hanno dato luogo a tali discrasie e scatenato le note reazioni sovraniste e populiste, viene individuata nella rigorosa disciplina comunitaria sulla finanza pubblica, in quanto ritenuta responsabile del declino della crescita e dell’aumento della disoccupazione in diversi paesi membri, nonché dell’imperfetto funzionamento del trade-off tra sovranità e solidarietà.
Una disciplina che non si esaurisce in un insieme di limiti quantitativi, ma poggia su un solido substrato di principi e valori che hanno generato, dapprima in Germania e successivamente in un discreto numero di paesi del Nord, una vera e propria “cultura dell’austerità”.
Si impone pertanto un approfondimento sulla genesi e l’evoluzione di detta cultura, anche alla luce del contributo fornito in merito dal pensiero cattolico, al fine di meglio comprendere le ragioni per cui essa viene considerata alla stregua di un novello Leviatano e di prefigurare le auspicabili innovazioni da introdurre per accelerare il processo di integrazione europea e realizzare una crescita robusta e sostenibile nel nostro continente.