Circolo della Cultura e delle Arti

Il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste, fondato nel 1946 per volontà dello scrittore Giani Stuparich,
segue con attenzione le trasformazioni sociali e culturali della città nel contesto regionale ed europeo,
aggiornando di anno in anno il proprio programma di divulgazione umanistica.
In tre quarti di secolo di attività ha realizzato oltre seimila manifestazioni:
conferenze, convegni, pubblicazioni, concerti, mostre, dibattiti, tavole rotonde,
ospitando centinaia di personalità tra le più importanti della cultura.

Il Circolo - per tradizione consolidata - opera non limitatamente ai propri Soci, ma a vantaggio di tutta la città e regione.
Le sue manifestazioni sono assolutamente gratuite ed aperte a tutti.

1946 – 17 febbraio – 2023

77° ANNIVERSARIO DALLA FONDAZIONE DEL CCA

Martedì 20 febbraio, ore 17:00

Sala conferenze della Biblioteca Statale “S. Crise”, Largo Papa Giovanni XXIII n.6

Incontro con il prof. Giuseppe O. Longo

A cura del prof. Andrea Sgarro

 

Il rapporto fra teatro e scienza è molto antico, e si è modificato nel tempo a mano a mano che la scienza occupava una posizione sempre più importante nella società, insieme – non dimentichiamolo – con la tecnologia. Le conquiste più recenti della tecnoscienza hanno indotto gli autori di testi teatrali a indagare a fondo sul rapporto fra il teatro e la scienza. Una possibile strada consiste nell’affidare alle opere teatrali una funzione didascalica: mettendo in scena concetti e oggetti scientifici, dando veste di personaggi a particelle elementari, a elementi chimici e via elencando. Ma è una soluzione rischiosa perché da una parte si rischia di semplificare eccessivamente la scienza, dandone un’immagine inadeguata e dall’altra si rischia di non suscitare l’interesse dello spettatore che, non dimentichiamolo, è un essere umano e quindi è interessato ai suoi simili; anzi è interessato soprattutto a vedere sé stesso sulla scena. La scienza si fa nei laboratori, nelle aule scolastiche, sul campo: non a teatro.

Il teatro dovrebbe concentrarsi sugli uomini e le donne che hanno fatto o fanno la scienza, sulle loro vicende, sulle delusioni e sugli entusiasmi: insomma il teatro deve portare in primo piano ciò che presenta da millenni con sensibilità e passione. Seguendo questa strada, rappresentando ciò che vi è di profondamente umano nell’impresa scientifica, il drammaturgo può conquistare il pubblico. Lo spettatore vuole sentirsi parte dello spettacolo, vuole essere protagonista, vuole assistere con trepidazione e partecipazione al dramma dello scienziato per le responsabilità che inevitabilmente si assume di fronte al potere, alla società e alla propria coscienza.

La scienza è fatta dagli umani e anche le discipline più astratte hanno carattere sociale e culturale. È vero che la loro sistemazione, che sembra prescindere dallo sviluppo storico, dà l’impres­sione di assolutezza e di impassibilità, ma nel loro farsi tutte le scienze sono soggette a vicende alterne, alle passioni e alle vicissitudini umane. Chi fa ricerca non può non riconoscere che razionalità ed emozio­ne sono strettamente intrecciate. Ecco, a me interessa portare sulla scena questo groviglio inestricabile di passione e di logica.

Il volume La scienza va a teatro, pubblicato alla fine del 2017 dalle Edizioni Università di Trieste, EUT, contiene una dozzina di drammi in cui la scienza ha una parte più o meno rilevante. Vengono messi in scena personaggi storici, come Lucrezio, Pascal, Babbage e Einstein, gli scienziati tedeschi che ebbero qualche parte nelle ricerche compiute sull’uranio durante il Terzo Reich, ma anche situazioni di fantasia, che hanno tuttavia a che fare con ipotesi e prospettive che le ricerche attuali stanno trasferendo dal dominio degli scenari al territorio della realtà: trapianti radicali, macchine cibernetiche capaci di provare emozioni, connessione in rete di  umani e computer, discussioni di carattere epistemologico, fino alla descrizione tragicomica dell’evoluzione di un matrimonio dalla simbiosi al commensalismo al cannibalismo.

 

Rubriche e servizi

Si segnala, nella rubrica "Grandangolo" curata da Paolo Frandoli, la nuova galleria di immagini dedicata all’oasi faunistica dell’Isola della Cona, situata alle foci dell’Isonzo: vero e proprio tesoro naturalistico della nostra regione.

Lo spazio Letteratura presenta le opere dei vincitori premiati e segnalati nella prima edizione del concorso internazionale “Giani Stuparich” riservato a giovani scrittori e videoamatori della macroregione Friuli V. Giulia – Austria – Slovenia – Croazia.

La sezione Cinematografia riporta una sintesi del libro di Francesco Cenetiempo “Fulgidi quegli anni!”, dedicato alle attività in campo cinematografico sviluppate della Sezione Spettacolo del CCA nei primi anni del dopoguerra (1947-1956).

Audio-video archivio

Le pagine Appuntamenti offrono la cronologia completa degli eventi realizzati dal Circolo a partire dall'anno 2017. Cliccando sul titolo di ciascuna manifestazione si accede alla relativa sintesi descrittiva, alle note biografiche sui relatori e ad eventuali contenuti multimediali correlati.

Dal 2018, diverse conferenze sono state audio-registrate. Dal 2020, numerosi incontri sono stati tenuti in video-conferenza, attraverso piattaforme dedicate, che ne hanno consentito la videoregistrazione. Per facilitare l'individuazione e l'accesso a tali contenuti, in quanto disponibiii, è stata inserita nel repertorio una colonna con i pulsanti AUDIO e VIDEO linkati direttamente ai record.


 

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Sezione Scienze matematiche e naturali

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